7 frasi da film per aspiranti giornalisti

La difficile vita dell'aspirante giornalista

L’Ordine dei giornalisti ci ha appena intimato di fare dei corsi di aggiornamento che servono ad accumulare crediti e a mantenere intatta la credibilità professionale e l’iscrizione all’albo. Pfui. Workshop e seminari non formano a nulla. Solo la vita di redazione riesce a temprarti. Per questo motivo (e anche per dissuadere i gggiovani che ancora credono nel futuro di questo mestiere) ho stilato il mio prontuario personale di frasi da film che ogni vero, autentico, inossidabile aspirante giornalista dovrebbe imparare a memoria. E recitare come una giaculatoria. PS. Se non sapete cosa vuol dire giaculatoria, non è il lavoro che fa per voi.

dirty dancing

1) Odio il modo in cui hai sempre ragione (Dirty Dancing)
Una frase che nel contesto cinematografico può suonare come una dichiarazione d’amore, detta al caporedattore al momento opportuno, è una salvezza. Non vi farà apparire dei lecchini bavosi, ma è un modo simpatico e forse un po’ cinico per dirle/dirgli: “Ok, mi correggi sempre, hai sempre ragione tu, ma rilassati: non siamo al New York Times“. Torna utile, per esempio, quando il superiore vi farà correggere “bikini” in “due pezzi” (perché nel pezzo c’è troppo inglese) salvo poi fare retromarcia perché è ridicolo. Oppure quando vi suggerirà: “Sciogli un po’ il periodo, è contorto, qui non si capisce bene”. La dedico con tanto affetto a Liliana Di Donato, il mio caporedattore centrale. Che con me certe volte ha la pazienza del Dalai Lama.

apocalipse now

2) Mi piace l’odore del Napalm al mattino (Apocalypse Now)
Non c’è bisogno di fare gli inviati o i reporter di guerra per pronunciare questa frase. E vi assicuro che è uno sfogo necessario. Scenario apocalittico consigliato: mancano due ore all’invio delle pagine in tipografia, ci sono dieci foto da cambiare, due o tre titoli da ingrandire, rimpicciolire, “sistemare”… e nella redazione grafici c’è il deserto dei Tartari. Non si presenta nessuno. E tu cerchi di fare pace con il programma InDesign non sapendo nulla di griglie, guide e quant’altro. Poi ti spunta infido il messaggio di errore: il font ProMinion è inesistente. Ecco, lì, ti viene proprio voglia di uccidere, con una bella fiammata. E te ne infischi della deontologia.

arma letale 3

3) Tutto quello che non dirai sarà usato contro di te (Arma Letale 3)
Una frase da scolpire nella pietra. Perfetta quando dovrai commissionare un pezzo a un collaboratore. Pezzo che nasce di 4.000 battute, poi si trasforma in uno di 1.500 se va bene, dove comunque deve starci dentro, scritto bene e con un linguaggio chiaro, caldo e amichevole, l’Enciclopedia Britannica dell’argomento di cui si parla. Perché poi, al direttore, non basterà mai. Mancherà sempre una notizia, uno studio, una storia, un dettaglio. E sono cavoli tuoi, di te che hai commissionato il pezzo, se non ti sei tenuta tutte e 5 le versioni che il povero collaboratore di cui sopra ti ha spedito alle 3 di notte nel giorno di solidarietà. Hai voglia, all’ultimo minuto, a cercare una mediazione. Tutto quello che dirai o non dirai, appunto, sarà usato contro di te. La dedico a Isabella Colombo, collaboratrice e grande lavoratrice, che una volta stava in redazione con me. E che meritava di starci a tempo pieno e indeterminato.

come eravamo

4) Sei proprio tanto certa delle cose di cui sei certa? (Come eravamo)
La frase delle frasi del giornalista, andrebbe verificata pure lei. Così come i virgolettati, l’ortografia e soprattutto le fonti di ogni notizia. Ma non ce n’è: l’errore scappa sempre. Perché oggi in una redazione si lavora di fretta e furia (quella delle Erinni, proprio). E il tempo del controllo sembra non esserci. Invece ci deve essere. Anche a costo di rinunciare alla sacrosanta pausa caffè, alla telefonata con il marito per sapere se a casa tutto bene, c’è un incendio, la figlia ha mangiato, hai pagato la rata di Premium, sta arrivando la grandine togli i panni dal balcone. La dedico a Mattia Carzaniga, sublime professionista del cazzeggio. Lui sa cosa vuol dire formazione permanente continua: sa sempre se si mette l’accento su Malibù e come si scrive Matthew McConaughey.

la dolce vita

5) Sono troppo serio per essere un dilettante, ma non abbastanza per diventare un professionista (La Dolce Vita)
A proposito di Ordine dei giornalisti, siete proprio sicuri che vi meritate i tesserini? Che li volete davvero? E la Casagit? E l’Inpgi? E il sindacato? Io non ne sono così certa. Eppure ho fatto l’esame con la macchina per scrivere. E ancora prima il corso con Ciccio Abruzzo. E poi le 3 di notte, costantemente, in una redazione di un mensile (!). Ho ancora dei dubbi sul giornalismo tutto. E, nel dubbio, continuo a studiare un piano B. Che ha come sottotitolo questa frase. La dedico a Laura Frigerio, giornalista free lance con una vita sempre fuori orario.

il diavolo veste prada

6) I dettagli sulla tua incompetenza non mi interessano (Il Diavolo veste Prada)
Arriva un momento in cui il vicedirettore ve lo dirà. Il vice, badate bene, perché il direttore spesso manco lo vedrete col telescopio. E succederà perché sarete riusciti a farvi querelare da una funivia mettendo nel pezzo un virgolettato di Legambiente (true story, mi è successo) oppure (molto più grave) perché avrete sbagliato la dida di un prodotto di un inserzionista. Tenetela a mente, questa frase. E cospargetevi il capo di cenere implorando perdono. La dedico a Monica Triglia, che (ancora non vice) quella volta seguì tutte le carte con l’avvocato.

harry potter

7) Come osi!  (Harry Potter e il Calice di Fuoco)
L’ho messa per ultima, questa frase, perché per me è un mantra. Un vero e proprio passepartout: qualunque sia la vostra domanda, la risposta è questa. Posso andare in ferie se sono in sostituzione maternità? Come osi! (chiederlo)? Posso scrivere sotto pseudonimo per una testata dello stesso gruppo? Come osi! (pensarlo)? Posso fare un aggiornamento professionale a giugno? Come osi! (anche solo immaginarlo)? Posso chiedere un aumento di stipendio dopo dieci anni? Come osi! (renderti ridicola)? La frase nel film la dice la tenera Hermione. Che aggiunge: E poi so badare a me stessa. Ecco: Come osi????? Ci sarà sempre qualcuno che, in redazione vorrà farvi da balia. E pensare per voi. Siete ancora in tempo: non permetteteglielo. Dedico questo cult dei cult alle due amiche e colleghe Flora Casalinuovo e Maria Adele De Francisci, che hanno sempre avuto il coraggio di osare, rispettando le regole. E a tutte quelle che ancora osano pensare che lavorare in un femminile sia roba da femminucce.

 

susanna pedrola

Le vignette di questo post sono state create da Susanna Pedrola, classe 2003. Grande appassionata di lettura, disegno e fumetti, da Schulz a Zerocalcare, Susanna frequenta da 2 anni i corsi tenuti da Margherita Allegri e Michele Nazarri presso il Centro Fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona. Ed è la mia cuginetta hard rock!

 

 

 

 

 

Comments

michele
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Ti segnalo tre cose.
La prima: un refuso, ctrl+f dedontologia
La seconda e la terza sono due frasi di un film molto in voga tra VOI giornalisti, sono entrambe di Jeb: “non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare”, frase che qualunque giornalista, sempre attento alla tonalità di verde del giardino del vicino, ha in bocca. C’è sempre qualcuno che fa un lavoro migliore del nostro. E l’altra frase, “È così triste essere bravi, si rischia di diventare abili”. Bella, arrogante, sincera. Come me.

Giusy Cascio
Reply

Grazie Michele, maestro dei maestri. I refusi li lascio, per vedere se i lettori sono attenti. Grande trucco del mio vicecaporedattore a Per Me, Nino Mastrototaro, che diceva: diamo lavoro ai correttori di bozze. E ai capi: così si concentrano sulle pagliuzze e non stanno a rompere le palle sulla trave. 😉

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